Signature, croce e delizia della posta elettronica.

In basso, dopo il testo, si usa mettere una specie di descrizione standard, qualcosa tra il biglietto da visita della persona e qualcosa di poco più elaborato.
Un tempo era più che altro per non ripetere sempre "cordiali saluti e il proprio nome" poi, con i client più evoluti graficamente, sono cresciute le "pretese".
E di qui nasce il problema: una società non può lasciare la propria immagine in mano ai fantasiosi che si auto nominano con incarichi di fantasia (rischio anche legale) o che sfoggiano disegni ( o animazioni) di peso elevato e di gusto "individuale".  
Uno dei nostri partner ha messo a punto, e noi commercializziamo, la soluzione al problema che pone le redini della questione in mano all'azienda e permette di gestire centralmente la signature e i messaggi, anche marketing, che essa veicola. Questa soluzione inoltre sposa l'esigenza sempre più sentita di attribuire alla mail il ruolo di carta intestata della società, con effetti legali. In Germania, ad esempio, la legge richiede che sia scritto, NELLA MAIL, il contenuto tipico della carta intestata incluso il nome del legale rappresentante. Non basterebbe un link? NO perchè il senso è riportare ciò che è vero nel preciso momento in cui spedisco una certa missiva.
Una precisazione: ciò non sostituisce la PEC o altri sistemi di identificazione a livello di firma elettronica.

Chiedeteci di più!

29/2/2012
Vittorio Orefice

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Vittorio Orefice

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