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ICT, smaltimenti controllati e pianificazione.

La gLa gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici non è una cosa nuova, ma nuove norme ed obblighi arrivano tra le novità di quest'inizio d'anno, Come al solito i decreti collegati alla finanziaria contengono di tutto e il "milleproroghe 2007 " non fa eccezione! L' argomento che riguarda, da vicino, i nostri lettori è lo smaltimento, sempre più controllato, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (gli acronimi sono RAEE in italiano e WEEE in inglese).

La gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici non è una cosa nuova, ma nuove norme ed obblighi arrivano tra le novità di quest'inizio d'anno, Come al solito i decreti  collegati alla finanziaria contengono di tutto e  il "milleproroghe 2007 " non fa eccezione!  

L' argomento che riguarda, da vicino, i nostri lettori è  lo smaltimento, sempre più controllato, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (gli acronimi sono RAEE in italiano e WEEE in inglese).


Se da un lato siamo tutti convinti, e da tempo, che qualsiasi scelta in direzione di un "pianeta migliore" sia da accogliere con soddisfazione è sicuramente da considerare l'impegno che ci troviamo di fronte per eliminare un cespite appartenente a questa categoria.
La prima idea che viene spontanea è il "ritiro dell'usato" da parte dei fornitori di merce nuova che, a ritroso, potrebbe produrre una catena in grado di riportare i beni alle fabbriche che forniscono il nuovo. Ma non è facile soprattutto laddove si acquistino "assemblati" o in occasione di cambi  di fornitore. Non è semplice, la catena del valore è più lunga e non ci sono gli incentivi governativi.
Inoltre, come al solito, si complica la vita a chi, le piccole imprese, non ha riassortimenti programmati dei cespiti, ma compera, sulla base del bisogno puntuale, in piccole quantità.
Consigliamo ai nostri lettori di contattare il proprio fornitore di hardware per progettare, ove possibile, una soluzione che tenga conto dei regolamenti e dei rispettivi interessi, per non trovarsi ad affrontare come un problema singolo ogni  pezzo a fine utilizzo  (sia esso a un monitor da 21 pollici o un mouse).
Digiway, che non tratta hardware direttamente, propone un servizio di consulenza ed indirizzamento per affrontare il problema che fa parte della linea di servizi di supporto dell'ICT delle PMI.
Tra le linee guida di questo servizio che ci pare "ecologico" condividere vi è lo sfruttamento programmato della vita utile dei prodotti. Pianificando gli utilizzi  si può far loro assumere funzioni diverse in relazione alle prestazioni richieste da ciascun servizio.
Chiariamo meglio con un esempio: il "pezzo" non più soddisfacente come workstation CAD, prima di trasformarsi in rifiuto elettronico,  può "lavorare" ancora a lungo come normale PC da office automation.
Qualcuno fa addirittura dei confronti fra tecnologie dai quali emerge la preferenza per un sistema operativo poichè più "ecologico".
Sappiamo che le logiche che governano l'assunzione di standards aziendali  sono più complesse ed articolate, ma se si può tenere conto di questo parametro, con il peso corretto, ... perchè no?

 

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